
Codice di comportamento degli enti con articolazioni territoriali: procedura di approvazione secondo ANAC
Con il parere del 23 luglio 2025, l’ANAC ha precisato le modalità di formazione e adozione del codice di comportamento del personale di un ente con articolazioni territoriali; il chiarimento è stato reso da ANAC in esito ad un approfondimento volto a conciliare l’ uniformità dei doveri di comportamento di tutti i dipendenti con le peculiarità organizzative dell’amministrazione interessata, caratterizzata da articolazioni territoriali e destinata a trovare applicazione su tutto il territorio nazionale.
In via preliminare ANAC ha richiamato la natura di misura di prevenzione della corruzione del Codice di comportamento, finalizzato a indirizzare le condotte del personale verso il pieno perseguimento dell’interesse pubblico in connessione con gli obiettivi di trasparenza e integrità dell’azione amministrativa. Sempre in via preliminare, inoltre, ha sottolineato l’obbligo per le amministrazioni di adottarlo secondo quanto previsto dall’art. 54, co. 5, D.lgs. 165/2001 che impone una procedura aperta alla partecipazione, previa acquisizione del parere obbligatorio dell’OIV.
Nel merito, ANAC ha delineato gli step procedurali utili all’adozione del codice di comportamento e ha sottolineato ed affrontato le peculiarità dovute all’articolazione territoriale dell’ente.
Procedura di adozione del codice di comportamento e peculiarità dell’ente
Rispetto alla procedura di adozione, sulla scia della Delibera n. 177/2020 ANAC ha ribadito con chiarezza i soggetti coinvolti nella redazione e adozione del codice, quali:
- il RPCT quale figura centrale, con compiti di coordinamento dell’intero processo;
- l’OIV: quale organismo tenuto a esprimere parere obbligatorio sulla conformità del Codice alle Linee Guida ANAC e a valutarne l’impatto sulla performance organizzativa e individuale;
- l’UPD, quale ufficio che collabora nella definizione dei doveri e sanzioni disciplinari;
- l’Organo di indirizzo politico-amministrativo, quale organo preposto all’adozione del codice di comportamento dell’amministrazione;
- i dipendenti, quali stakeholders interni la cui partecipazione è essenziale per garantire effettività e adesione al codice;
- gli stakeholders esterni, ovvero tutti i soggetti che a qualunque titolo potrebbero essere interessati dall’applicazione del codice, quali associazioni, cittadini, imprese, portatori di interessi pubblici o collettivi che fruiscono delle attività e dei servizi prestati dalla specifica amministrazione.
Rispetto, invece, alla procedura standard da seguire, ANAC ha ricordato la sussistenza di due fasi distinte:
- Fase istruttoria, ovvero la fase in cui il RPCT, con il supporto di OIV e UPD, elabora una prima bozza che integra e specifica i doveri del codice nazionale e contiene casistiche esemplificative utili a precisare i doveri da rispettare; tale prima versione di codice viene sottoposta al vaglio e a una deliberazione preliminare dell’organo politico.
- Fase partecipativa, la bozza preliminare approvata dall’organo politico diventa oggetto di consultazione pubblica, sia interna (tramite intranet per i dipendenti) che esterna (tramite portale web, incontri ad hoc con stakeholder); le osservazioni raccolte dall’ente in sede di pubblica consultazione vengono attenzionate e valutate per redigere la versione finale. La versione finale sarà poi approvata con delibera definitiva previa acquisizione del parere dell’OIV.
Con particolare riguardo alla specificità dell’ente e all’articolazione sul territorio, ANAC ha preliminarmente valutato l’organizzazione ed ha considerato elementi specifici quali esistenza di RPCT regionali, presenza di UPD provinciali anziché di un UPD unico nazionale, assenza di un OIV specifico per il personale, Ha pertanto suggerito un’apposita procedura di adozione del codice di comportamento articolata come segue:
- invio della bozza prodotta a livello nazionale ai RPCT regionali, per acquisire modifiche e osservazioni, con coinvolgimento degli UPD locali;
- rielaborazione, da parte dell’amministrazione centrale, alla luce delle proposte ricevute;
- consultazione pubblica con i principali stakeholders (associazioni professionali, organizzazioni sindacali, forum) oltre a una consultazione online aperta a chiunque vi abbia interesse e successiva revisione sulla base delle risultanze pervenute;
- adozione del codice mediante decreto dell’amministrazione centrale, previo parere dell’OIV competente e dell’organo consultivo.
L’ANAC ritiene tale modello compatibile con le linee guida di cui alla delibera ANAC n. 177/2020, a condizione che venga garantito il ruolo centrale dei RPCT ed in analogia con la procedura seguita per l’adozione dei PTPCT.
Suggerimenti di ANAC
L’Autorità fornisce, infine, specifici suggerimenti ai RPCT da tenere in considerazione nella redazione del codice, tra cui:
- prevedere un’attestazione scritta da parte del superiore gerarchico alle dichiarazioni rilasciate dal personale;
- dettagliare la procedura per l’autorizzazione agli incarichi extra-istituzionali; a titolo esemplificativo modalità di richiesta e rilascio dell’autorizzazione, con particolare attenzione alla valutazione da effettuare sui conflitti di interesse;
- specificare i doveri dei referenti del RPCT;
- introdurre un obbligo espresso di comunicazione dell’instaurazione di procedimenti penali a carico del personale.
L’ANAC sottolinea anche l’opportunità di istituire, su impulso dell’amministrazione centrale, un tavolo di coordinamento tra RPCT, finalizzato alla redazione di una bozza comune di codice basata sullo schema trasmesso da adattare a livello territoriale, ferma restando la collaborazione degli UPD. Tale approccio garantisce l’omogeneità dei doveri di comportamento sull’intero territorio nazionale e l’aderenza alle linee guida ANAC.
Il parere rappresenta un contributo rilevante per tutte le amministrazioni centrali e decentrate che intendano adottare o aggiornare i propri codici di comportamento. Ribadisce l’importanza di una procedura strutturata, partecipativa e trasparente orientata alla centralità dei ruoli e del coordinamento tra RPCT, UPD e OIV.