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Analisi di ANAC su esperienze e criticità rilevate dagli RPCT

L’ANAC, con l’obiettivo di rafforzare forme di collaborazione con gli RPCT e di venire a conoscenza delle difficoltà che intralciano la compliance alla normativa anticorruzione, ha proceduto ad elaborare – mediante la sottoposizione di un questionario agli RPCT- un’analisi sui fattori legati all’organizzazione e alla gestione degli enti che possano influire in termini di complessità sul funzionamento del sistema di prevenzione della corruzione.  L’Autorità ha valutato n. 111 questionari suddivisi in due gruppi (Amministrazioni medio-grandi e Piccole amministrazioni) e l’analisi ha interessanti elementi di riflessione.
L’indagine ha interessato lo stato di assolvimento delle misure di prevenzione generale, della trasparenza e le modalità di monitoraggio.

Misure generali
Fermo restando che gli enti di piccole dimensioni sono quelli che maggiormente risentono degli obblighi anticorruzione e trasparenza considerandoli -in molte circostanze- un appesantimento delle attività correnti, vengono rilevate criticità nell’adeguamento alle seguenti misure generali.
Rispetto alle misure di prevenzione generali, gli enti che hanno partecipato all’analisi rilevano:

  • difficoltà di programmare la rotazione ordinaria in modalità pluriennale
  • difficoltà nel completamento di processi di informatizzazione, sia per scarsa disponibilità di software adeguati sia per mancanza di profili idonei e limitata propensione del personale alla gestione informatizzata dei processi, sia per i costi correlati che risultano eccessivi
  • difficoltà nella rilevazione dei casi di conflitto di interesse, essenzialmente per scarsa conoscenza e sensibilità
  • difficoltà nella rilevazione dei casi di pantouflage, anche per scarsa chiarezza della normativa di riferimenot
  • difficoltà, soprattutto nelle piccole amministrazioni, nella gestione del whistleblowing poste le criticità riscontrate per l’aggiornamento della piattaforma e per garantire la riservatezza dell’identità del segnalante in una piccola struttura.

Trasparenza
Rispetto alle misure di trasparenza, invece, gli enti che hanno partecipato all’indagine, hanno rilevato:

  • problemi nella raccolta delle informazioni sui titolari di altri incarichi dovuti per lo più alla scarsa collaborazione dei soggetti interessati
  • difficoltà nella pubblicazione dei dati dei consulenti e dei collaboratori;  agli Rpct risulta spesso problematico acquisire i curricula in formato europeo soprattutto per professionisti provenienti dal mondo accademico (dove sono utilizzati cv riassuntivi) o da paesi extra UE.
  • Difficoltà nel reperimento dei dati oggetto della sezione bandi di gara e contratti posta la mole dei dati richiesti la mancanza di una elencazione specifica degli atti oggetto di pubblicazione obbligatoria.

Gli intervistati, inoltre, in merito alla trasparenza hanno anche fatto proposte semplificatorie tra cui centralizzare le informazioni relative alle pubbliche amministrazioni, semplificare la previsione sui parenti entro il secondo grado e la previsione di pubblicazione per i tre anni successivi, valutare l’individuazione di un unico strumento di pubblicazione degli avvisi/ bandi di concorso, coordinando o limitando le altre pubblicazioni legali nazionali, regionali e sui siti degli enti. Ed infatti,  dalla lettura del documento di analisi risulta che gli intervistati riscontrato diverse limitazioni pratiche dell’assolvimento degli obblighi di trasparenza quali  “difficoltà a garantire la tempestività e l’aggiornamento tempestivo dei dati, anche per la scarsa efficienza del sistema di tracciamento del flusso informativo; eccessiva mole della documentazione da pubblicare; poca formazione e scarsa gestione flussi informatizzati; difficoltà nel far confluire il flusso dei dati dalla redazione  dell’atto in amministrazione trasparente essendo richiesti i dati in formato tabellare”.

Monitoraggio
Infine, rispetto al monitoraggio e in particolare alle modalità utilizzate per svolgerlo, risulta che il monitoraggio per circa il 30% dei grandi enti non è automatizzato e che  la metodologia di controllo  è quella della compilazione di schede di rilevamento precostituite. Anche la maggioranza degli enti piccoli utilizza un sistema di rilevazione manuale dello stato di attuazione delle misure. Ciò dipende per lo più dalla mancanza di risorse sufficienti a informatizzare le attività.

Spunti
L’analisi condotta, seppure su un campione, rileva la volontà degli enti di adeguarsi ma la sussistenza di difficoltà oggettive derivanti dall’organizzazione interna, dal dimensionamento, dalla scarsa conoscenza della normativa e dalla poca sensibilità nel rilevare fenomeni di corruzione e corruttela. Si immagina, come conseguenza dell’analisi, una revisione degli adempimenti normativi varando maggiori semplificazioni nell’intento di perseguire maggiore efficienza. Al contempo si auspica anche un maggiore ricorso alla formazione e una comunicazione istituzionale più semplice delle tematiche, affinchè oltre agli stakeholders anche tutti i cittadini -a prescindere dall’età, dal grado di istruzione e dallo status professionale- siano in grado di capire i fenomeni e le fattispecie che generano opacità, corruttela ed abusi.

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