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Rotazione straordinaria nei comuni dalle piccole dimensioni: l’orientamento di ANAC

Con atto del Presidente del 26 marzo u.s., ANAC ha fornito indicazioni circa l’applicabilità dell’istituto della rotazione straordinaria nelle piccole realtà organizzative. In particolare, a seguito di specifica richiesta di parere di un segretario comunale, si è espressa circa la possibilità per i dipendenti di omettere la comunicazione dell’avvio di procedimenti penali proprio in virtù delle ridotte dimensioni dell’ente.

A riguardo, ANAC ha riepilogato quanto segue:
  • la rotazione straordinaria configura una misura di prevenzione della corruzione disposta al fine di evitare un pregiudizio all’immagine dell’ente derivante dalla permanenza nell’ufficio del dipendente indagato o imputato in un procedimento penale;
  • i presupposti per l’applicazione della rotazione straordinaria, ai sensi delle Linee guida Anac adottate con delibera n. 215 del 26 marzo 2019, si individuano nell’avvio del procedimento penale per la commissione di reati contro la PA, nonché nell’apertura di un procedimento disciplinare per le condotte che possono integrare analoghi delitti;
  • la rotazione straordinaria è obbligatoria per i reati contemplati dall’art. 7 L. 69/2015;
  • ai sensi dell’art. 16, comma 1, lett. l-quater, D.lgs. 165/2001, i dirigenti provvedono al monitoraggio delle attività ad elevato rischio corruzione disponendo, con provvedimento motivato, la rotazione straordinaria del personale nel caso di procedimenti penali;
  • l’art. 35bis D.lgs. 165/2001 disciplina il divieto di assegnazione agli uffici preposti alla gestione del personale, delle risorse finanziarie e dei contratti pubblici dei dipendenti condannati per delitti contro la PA.

In considerazione di ciò e della circostanza che il Comune -pur ricorrendo un’ipotesi di applicazione facoltativa della rotazione straordinaria (i dipendenti erano stati indagati per abuso d’ufficio che, come noto non è contemplato nell’art. 7 della L. 69/2015), ANAC ha ritenuto che il Comune abbia operato in violazione della normativa anticorruzione e che, contrariamente a quanto fatto, avrebbe dovuto adottare un provvedimento al fine di valutare la destinazione dei due dipendenti ad uffici diversi.

L’Autorità, riferendosi alla fattispecie concreta, ha inoltre sottolineato:
  • che lo spostamento di uno solo dei due dipendenti indagati, in occasione di una procedura di riorganizzazione e peraltro nell’area lavori pubblici altrettanto caratterizzata dall’esercizio di attività ad alto rischio corruttivo, fosse inidonea ad evitare un pregiudizio all’immagine di imparzialità della PA;
  • le ridotte dimensioni dell’ente quale motivo dell’omessa comunicazione fosse una circostanza inconferente, poiché il Comune ha un organico composto da n. 28 dipendenti e n. 7 apicali.

ANAC, infine, ha invitato il Comune a procedere ad una rivalutazione dei rischi, a potenziare le misure di prevenzione programmate nonché sensibilizzare il personale all’osservanza da parte dei dipendenti comunali dell’obbligo di comunicazione dei procedimenti penali avviati a proprio carico, come anche disciplinato nel Codice di comportamento adottato dal Comune.

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